Cioccolato d’Italia

Scritto da Redazione | gennaio 30, 2024 0
Tavolette di buon cioccolato

Tavolette di buon cioccolato

Da eccellenza gastronomica ad argomento di storia, questa la grande virtù del cioccolato, che consente di scoprire la storia d’Italia sulle orme della sua bontà.

Simbolo di piacevole indulgenza, di locali eleganti, tradizioni e saperi raffinati, il cioccolato ha anche un valore storico e culturale di tutto rispetto, che si è evoluto nel tempo.

Passeggiando per le cosiddette capitali del cioccolato o per le località che offrono importanti tradizioni e manifatture, è interessante chiedersi quando tutto questo abbia avuto inizio, arrivando a personaggi illustri e casate reali che hanno scritto la storia del nostro Paese.

Non solo Torino, Perugia, Modica, ma anche Venezia e Firenze sono città che vantano un legame plurisecolare con il cioccolato. Le loro vicissitudini si intrecciano a quelle di questo alimento prelibato, in un rapporto privilegiato che ha favorito la nascita di pasticcerie, cioccolaterie, botteghe artigiane ancora aperte e tutte da scoprire. Venite con noi!

UN  PO’  DI  STORIA

Baccelli di cacao

Baccelli di cacao

Il cacao, materia prima del cioccolato, proviene dall’America centrale e arrivò in Europa solo nel XVI secolo. La bevanda amara e tonificante che bevevano Atzechi e Maya era molto diversa dalla cioccolata odierna, si chiamava Xocolatl e si otteneva tostando, macinando e mescolando la polvere di cacao con l’acqua.

Era chiamata Cibo degli Dei e i semi di cacao erano considerati dagli Atzechi preziosissimi, tanto da usarli come valuta al pari dell’oro, mentre la bevanda veniva consumata durante i banchetti regali e le cerimonie religiose.

Fu Cristoforo Colombo il primo europeo a scoprire il cacao, ma ad introdurlo nel Vecchio Continente fu uno dei conquistadores, Hernàn Cortés, attorno al 1520, quando visitò la corte del re Montezuma a Tenochtitlan e riportò in Spagna un carico di cacao donatogli dallo stesso sovrano.

All’inizio, il cacao veniva usato come una specie di farmaco; in seguito alcuni frati gesuiti aggiunsero zucchero di canna e vaniglia, ottenendo una bevanda dolce e più gradevole, antenata dell’attuale cioccolata calda.

Alla fine del ’500, il cacao era un vero e proprio lusso presso la corte di Spagna, che iniziò a importarlo e a diffonderlo in Europa, nonostante rimanesse un genere elitario.

Per renderlo popolare, alla portata di tutti, si dovette attendere la rivoluzione industriale nella prima metà dell’800, quando il chimico olandese Coenraad Johannes van Houten trovò il modo di produrre cacao in polvere, realizzando anche una pressa, che permetteva di separare il burro di cacao dalle fave tostate.

Produrre cacao in polvere divenne così molto più semplice ed economico. E un ulteriore progresso fu fatto quando si sperimentò che, unendo dei liquidi alla polvere e versando il composto in uno stampo, si otteneva una tavoletta di cioccolato.

La prima tavoletta moderna risale al 1847, quando Joseph Fry scoprì che si poteva ottenere una pasta di cioccolato modellabile aggiungendo burro di cacao fuso a quello in polvere.

CITTA’   CIOCCOLATOSE 

 T O R I N O

Torino, panorama con la Mole Antonelliana

Torino, panorama con la Mole Antonelliana

All’ombra della Mole, la tradizione cioccolatiera vanta il primato di essere stata la prima in Italia. Sembra infatti che il cioccolato abbia fatto la sua comparsa nel 1560, quando Emanuele Filiberto di Savoia festeggiò il trasferimento della capitale ducale da Chambéry a Torino, offrendo ai cittadini una tazza di cioccolata calda.

Torino divenne un importante centro di produzione già dal 1700 e in epoca successiva molte furono le aziende capaci di dar vita a prodotti sempre più innovativi e golosi, facendone delle vere e proprie icone. Un esempio per tutti, il cioccolato gianduia, nato dall’unione con la nocciola tonda gentile IGP.

Oggi, il gianduiotto è uno dei simboli di Torino, mentre il bicerin è una bevanda calda e corroborante, a base di cioccolato, caffè e panna, inventata nello storico e omonimo caffè storico, aperto nel 1763, di fronte al magnifico Santuario della Consolata.

V E N E Z I A

Venezia, veduta da Piazza San Marco; foto Alberto Campanile

Venezia, veduta da Piazza San Marco; foto Alberto Campanile

Forte della sua posizione strategica, Venezia riuscì fin dall’inizio a importare cacao dall’America Latina e grazie alla sua intensa attività commerciale, i suoi cioccolatieri riuscirono a ottenere un cioccolato particolare, combinando il cacao alle spezie e agli aromi tipici della tradizione veneziana.

In particolare, due curiosità letterarie legano il cioccolato alla città lagunare: nel 1758, ne La Conversazione, Carlo Goldoni, notoriamente goloso, scriveva: <<Viva pur la cioccolata e colui che l’ha inventata>>. E il cartografo padre Vincenzo Maria Coronelli, nella sua Guida de’ Foresti del 1714, volle dare un consiglio ai visitatori su cosa gustare, scrivendo: <<Le migliori cioccolate, caffè. acque gelate e rinfrescative, ed altre simili bevande si compongono e si vendono in Calle delle Acque, presso il Ponte de’ Barattieri>>.

la classica cioccolata

la classica cioccolata

Oggi, a Venezia, sono ancora in molti a incarnare l’antica tradizione cioccolatiera; tra i tanti, citiamo la Cioccolateria Dal Mas, accanto alla stazione Santa Lucia, uno degli indirizzi più noti e popolari, dove si utilizza da sempre cioccolato Valrhona e dove imperano cioccolata calda, praline e sculture di cioccolato.

F I R E N Z E

Firenze, panoramica del centro storico

Firenze, panoramica del centro storico

Il legame tra Firenze e il cioccolato affonda le radici in epoca medicea Si narra che, alla corte di Lorenzo il Magnifico, la cioccolata fosse addirittura servita al posto del vino durante i banchetti a Palazzo Pitti.

Si trattava però di una cosa diversa dall’odierna cioccolata calda, era una bevanda amara, ottenuta dai semi di cacao macinati, ridotti in polvere e mescolati ad acqua bollita.

Nell’800, la bevanda spopolava tra i ricchi e famosi grazie all’aggiunta dello zucchero e poco più di un secolo dopo, si diffuse a ceti più ampi, che potevano gustarla nei numerosi caffè cittadini.

Oggi, uno degli indirizzi di tradizione, con vista strepitosa sul centro storico, è il Cafè Rivoire, in Piazza della Signoria, proprio di fronte a Palazzo Vecchio, la cui ricca cioccolata calda impiega una miscela propria e segreta, che risale al 1872.

P E R U G I A

Perugia, centro storico, piazza IV Novembre

Perugia, centro storico, piazza IV Novembre

Quando, in Italia, si dice cioccolato, si pensa subito a Perugia. Nonostante la produzione sia iniziata qui soltanto poco più di un secolo fa, la fama è dovuta alla presenza di numerose botteghe artigianali e aziende dal respiro internazionale, come, per esempio, Perugina, fondata nel 1907, che ha inventato l’inconfondibile Bacio, divenuto simbolo degli innamorati.

Il legame tra il cioccolato e la città è stato ufficialmente suggellato da manifestazioni come Eurochocolate, che coinvolge migliaia di espositori e visitatori a livello internazionale. E poi, c’è una curiosità da non perdere: dal 1998, la fabbrica Perugina ospita anche un museo, noto come la Casa del Cioccolato, aperto per visite guidate, tour e degustazioni.

M O D I C A

Modica (Rg), Duomo di San Giorgio

Modica (Rg), Duomo di San Giorgio

L’ingresso del cioccolato nella contea di Modica (Rg) si deve agli spagnoli nel 1500 e quel che ne ha sempre differenziato la produzione è una particolare tecnica di lavorazione del cacao, sviluppando una tradizione secolare insignita nel 2018 del riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta, IGP. Primo cioccolato a ottenere questo riconoscimento all’interno dell’Unione Europea.

Grazie all’uso di antiche tecniche nella macinazione dei semi e ai granelli di zucchero contenuti al suo interno, il cioccolato di Modica ha una consistenza granulosa unica e inconfondibile.

Cioccolato modicano

Cioccolato modicano

In città sono attivi diversi laboratori di produzione, come l’Antica Dolceria Bonajuto, che da 150 anni e sei generazioni produce artigianalmente cioccolato, dolci e torroni della tradizione modicana e siciliana.

Per chi invece vuole cimentarsi in prima persona nella produzione e portarsi a casa, con grande soddisfazione. la propria tavoletta di cioccolato, suggeriamo la ditta Ciomod Dolci Fonderie, alle porte della città, dov’è  possibile seguire le fasi della lavorazione a freddo delle materie prime (cacao e zucchero) e diventare cioccolatieri per un giorno. Esperienza assolutamente da non perdere!

 

 

 

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