Pantelleria, Zibibbo alla riscossa

Scritto da Redazione | febbraio 22, 2023 0

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E’ l’isola nera, la figlia del vento e dei vulcani. E’ una terra dal fascino magnetico, celebrata non solo per un turismo d’élite, ma anche per un patrimonio di eccellenze enogastronomiche che la rende famosa in tutto il Mediterraneo: Pantelleria.

Sì, Pantelleria è l’isola dove, nonostante il clima e la morfologia, l’agricoltura regna sovrana e consente di portare in tavola prodotti meravigliosi come capperi, olio, frutta, piante aromatiche e un’uva ambrata chiamata Zibibbo, la cui coltivazione è stata dichiarata Patrimonio Unesco, al pari di altre vitivinicolture eroiche che il nostro Paese vanta.

Circa il 70% del terreno coltivabile dell’isola è coltivato a Zibibbo, su piccoli appezzamenti terrazzati, costantemente battuti dal vento.

Sono un po’ ovunque, questi terrazzamenti, tanto in cima alle colline, le kuddie, un tempo coni vulcanici, quanto in riva al mare, a contendersi lo spazio con gli scogli.

LA COLTIVAZIONE

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I vitigni di Zibibbo sono alberelli bassi, interrati in buche piuttosto profonde, per consentire loro di trattenere più acqua possibile, quando, naturalmente, Giove pluvio concede le precipitazioni.

Nonostante l’ambiente aspro, questi vitigni nani riescono a declinare al meglio la forza del fertile terreno vulcanico, trasmettendo all’uva una prodigiosa carica di dolcezza e morbidezza.

Ordinati dalla mano dell’uomo, i vigneti di Zibibbo siglano panorami bellissimi, come nella valle di Monastero, a Scauri, Rekhale o nella piana di Ghirlanda e regalano una vendemmia dove tutto viene fatto a mano secondo la tradizione più antica.

LA  VENDEMMIA

I grappoli si raccolgono stando in ginocchio, si ripuliscono meticolosamente a uno a uno e si fanno appassire all’aperto, al vento e al sole, adagiandoli su grandi stenditoi, gli stinnituri, prima di vinificarli negli antichi dammusi, le tipiche costruzioni a cubo in pietra vulcanica con il tetto bianco.

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Ha gli acini dorati, dolci, profumati, l’uva Zibibbo che, una volta essiccata, diventa elemento principe del famoso Passito di Pantelleria, uno dei biglietti da visita dell’isola, dove sono attivi circa 350 viticultori, attualmente impegnati, insieme al sindaco, Vincenzo Campo, in una battaglia di resilienza e sostenibilità, volta a ottenere maggiori tutele, reddito, garanzie e soprattutto certezze sul futuro di questo vino icona del Mediterraneo, che non deve assolutamente sparire.

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UN  REDDITO  EQUO

Un reddito equo -sottolineano i giovani vitivinicultori panteschi- non si ha con 1 euro al chilo di uva, ma solo con 4 euro al chilo di Zibibbo, in vigne dove al massimo si producono 40-60 quintali per ettaro su terreni sottili, di sabbia lavica arsa dal sole.

Che dire? Speriamo che la loro voce sia accolta da chi può effettivamente migliorare le cose e sia garantito un futuro sostenibile a questo meraviglioso prodotto ambasciatore del Made in Italy.

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