Le Terre Autentiche di Piemonte

Scritto da Redazione | ottobre 22, 2022 0

Viola borgata castello frazione castagne casa

Ci sono luoghi, dove si respira un’atmosfera autenticamente rurale; che raccontano storie di vita contadina e prodotti enogastronomici, che dai campi arrivano direttamente alla tavola.

Luoghi in cui abitano tradizioni antiche rimaste intatte; gemme nascoste, capaci di trasmettere una primordiale connessione con la natura.

Sono le terre di un Piemonte ancora tutto da scoprire, raccontati attraverso itinerari bellissimi, da percorrere a piedi o in bicicletta, nell’ambito del progetto Viaggio nelle Terre Autentiche di Piemonte.

Si tratta di un piano di valorizzazione territoriale, che coinvolge diciotto comuni e vuole raccontare la bellezza dei territori nel Piemonte meridionale, ovvero la Langa Cebana, le Valli Mongia e Cevetta con le Sorgenti del Belbo.

Un Piemonte nascosto, che è però sinonimo di sostenibilità, biodiversità, rispetto per l’ambiente; scrigno di natura viva, ricca e sorprendente.

A seguito del lancio del progetto e del primo tour in Langa Cebana, presentato sul portale www.terreautentiche.it, sono disponibili ora due nuovi itinerari, alla scoperta della Valle Mongia, Valle Cevetta e delle Sorgenti del Belbo.

Si tratta di percorsi praticabili quasi tutto l’anno, con panorami straordinari, soprattutto in autunno, con i colori bruniti e aranciati del foliage, ma anche in primavera o in estate, tra campi di grano dorati, borghi storici, cappelle campestri, Ciabot in pietra di Langa e altari votivi, sapori autentici e genti accoglienti.

IN VALLE MONGIA, TRA CASTAGNETI SECOLARI E VESTIGIA NAPOLEONICHE

castagne1

La Valle Mongia regala emozionanti incontri con la storia sulle tracce di Napoleone e una natura maestosa.

Si parte dalla bassa valle, con una prima parte di percorso tra i comuni di Lesegno, Mombasiglio e Scagnello.

Il tour inizia nel cuore di Lesegno, dalla piazza antistante il Castello dei Marchesi del Carretto, edificato nell’XI secolo su una balza di tufo magmatico, diventato sede del quartier generale di Napoleone Bonaparte durante la prima campagna d’Italia.

Il percorso è costellato da antiche cappelle, alcune delle quali, esempio quella di S. Nazario, custodiscono affreschi preziosi.

Lasciato l’abitato, si prosegue tra fitti boschi di querce, castagni, faggi, betulle e pini. I sentieri sono ben tracciati, adatti alla mountain bike, al running o al trekking.

In autunno, queste terre sono ricche di funghi prelibati: porcini, ovuli, gambette rosse o grigie.

Tra scorci panoramici mossi da torri e castelli, si raggiunge la località Masentine, con il ponte naturale sul torrente Mongia, incorniciato da una vegetazione rigogliosa.

Se l’appetito si fa sentire, si può sostare proprio sulle sponde del Mongia in una delle aree attrezzate o accomodarsi nelle accoglienti osterie in zona per consacrarsi alle squisitezze locali.

Ripresa la strada per Mombasiglio, si possono ammirare alcuni ritrovamenti romanici e medievali, prima delle borgate di Alberghetti e Ascheri, con la loro tipica e suggestiva architettura di media montagna.

Viola borgata castello seccatoio nel bosco

La legna di castagno accatastata ai bordi del bosco e i “seccatoi” – gli Scau in dialetto piemontese – spandono nell’aria un profumo inconfondibile, che avvolge i sensi durante la camminata o la pedalata verso Scagnello, terra del tartufo nero, alla cui valorizzazione è dedicata ogni anno una festa nel mese di marzo.

Nel piccolo borgo si viene accolti dai resti della torre e dall’arco di forma barocca che incornicia la Chiesa di San Giovanni Battista.

Una discesa divertente conduce a Mombasiglio,  riconoscibile per la possente torre del castello che svetta sulla collina, un tempo fortezza delle armate napoleoniche. Su prenotazione, all’interno del castello, è possibile visitare il Museo Bonaparte, che ospita la collezione più nutrita di stampe e acqueforti originali dell’artista Giuseppe Pietro Bagetti sulla prima campagna d’Italia di Napoleone.

Questa prima parte di tour sulle tracce di Napoleone, si conclude con rientro a Lesegno, tra belvedere e panorami suggestivi.

unnamed

L’avventura però non termina qui, perché il tour prosegue con un percorso dedicato ai Tesori della Montagna, attraverso i Comuni di Lisio, Battifollo e Viola, risalendo le dorsali ai lati del torrente Mongia, per cui è consigliata una e-bike.

Il piccolo comune di Lisio accoglie gli ospiti con una scultura che celebra le tradizioni locali e l’amore per la natura e i suoi prodotti. Due antiche macine in pietra e una lastra in ferro a forma di castagna campeggiano nella piazza principale e appena fuori dall’abitato, una scultura in legno raffigura un nonno e un nipote intenti al lavoro rurale.

Tornati sul percorso e oltrepassato Scagnello, ci si ritrova a 900 metri slm, dove la natura è a dir poco esuberante e regala scorci bellissimi sulla vallata e il borgo di Battifollo, incorniciato da castagneti secolari, coltivazioni di nocciole, antichi cereali e grano saraceno.

Nel borgo, meritano una visita anche le rovine del castello, con la sua imponente torre del XIII secolo, un tempo  occupati dalle truppe di Bonaparte.

Tappa imperdibile per i buongustai, lo storico forno di paese, rinomato per le sue paste di meliga artigianali al Km0.

Battifollo biscotti Primo Pan

Prima di lasciare il borgo è interessante una visita alla Chiesa di San Giovanni Battista, che custodisce alcuni affreschi e un architrave con iscrizioni.

Via che si riparte, tra pinete, faggete e castagni da legno, con il profumo inebriante della resina che riempie le narici fino a Viola Castello, che conserva una delle aree dove il bosco di castagno da frutto è meglio custodito. Consigliatissima, una tappa al Borgo delle Castagne, dove si possono percorrere i Sentieri dei Custodi dei Castagneti, accompagnati ogni domenica pomeriggio dallo sherpa del villaggio.

Tra essiccatoi tradizionali, tartufaie e il ricco sottobosco, si raggiunge la borgata con i ruderi del castello e le tipiche casette di montagna che danno un gran carattere all’ambiente.

Lisio seccatoio e pascolo

Pietre, mattoni argillosi e un intonaco che ha origine dalla malta fanghiva ricavata in loco, fanno da sfondo sul sentiero che dalla borgata conduce al centro abitato del Paese, noto per la lavorazione della Castagna Garessina, sapientemente trasformata in confetture, farine, pasta, dolci, liquori e birre.

Scendendo a valle, si incontra Rocca dei Corvi, imponente roccia con una via ferrata molto apprezzata dai climbers.

Rientrando a Lisio, si possono infine visitare le tante cappelle campestri, che danno un tocco naif a questo incredibile territorio.

TOUR VALLE CEVETTA E SORGENTI DEL BELBO,  STORIA, GUSTO E NATURA

priero 3

La Valle Cevetta svela tutta la sua bellezza, con le contaminazioni che provengono dal mare, in un territorio che tocca il confine tra Piemonte e Liguria.

I borghi medievali, la natura rigogliosa che si rinnova con le stagioni, le sorgenti, le materie prime e la loro lavorazione sostenibile, fanno di questa vallata un luogo dal fascino particolare, dove gusto e storia si intrecciano.

Il tour parte da Priero, paesino rurale il cui centro storico è mosso da viuzze intriganti, splendidi portici e botteghe artigiane. Punti focali sono la possente torre di pietra grigia alta 37 metri, tranquillamente visitabile, e la Chiesa barocca di Sant’Antonio Abate. Mentre appena fuori l’abitato, spunta il santuario in stile rinascimentale della Beata Vergine della Sanità.

A questo punto, si inforca una via panoramica verso Sale delle Langhe, tra chiesette solitarie, piloni votivi, campi coltivati, distese verdeggianti. Salendo un poco, si intravvedono i primi boschi di castagno che, in autunno, con il foliage, siglano sempre un gran spettacolo.

Prossima tappa, Sale San Giovanni, noto principalmente per le profumatissime distese di lavanda che, a inizi   estate, lo tingono di lilla. L’abitato si caratterizza per sue casette in mattoni con le finestre ad arcate a sesto acuto.

Appena fuori, spunta invece l’elegante Palazzo Rosso in stile inglese.

Pedalando lungo la via della Pedaggera, si raggiunge Montezemolo, al congiungimento di due valli, Cevetta e Bormida.

Montezemolo è la porta d’ingresso della Riserva Naturale delle Sorgenti del Belbo, tra le province di Cuneo e Savona ed è molto amato dagli appassionati di botanica per le coloratissime fioriture di orchidee, presenti con 22 specie. L’area protetta è un luogo paradisiaco, ideale per passeggiate a piedi, in mountain ikeb o a cavallo.

In paese, il Palazzo Cordero di Montezemolo accoglie i visitatori sfoggiando tutta la sua allure di palazzo nobile. Ma il borgo ha anche un’anima gourmet: oltre a essere una delle città italiane del miele, vanta pregiati tartufi, formaggi e i salumi di mare dalla lavorazione di tonno, bottarga e acciughe.

unnamed (1)

Poco distante, Castelnuovo di Ceva, è un piccolo centro noto per le sue sorgenti. In lontananza, si scorge la torre che domina il centro storico, dalla cui cima si riesce a vedere il Monviso a nord e il mar Ligure a sud.

Rientrati a Priero, a chiusura della prima parte del tour, è consigliata una sosta con degustazione di prodotti locali o un’esperienza sensoriale nel laboratorio di distilleria.

L’itinerario in Val Cevetta può essere completato nelle terre del Belbo, proseguendo tra i comuni di Saliceto e Montezemolo, con andatura lenta, per godere appieno della biodiversità locale, soffermandosi ad ammirare specie animali e vegetali endemiche.

A Saliceto, con l’ausilio dei volontari dell’Associazione Castrum Saliceti, si può scoprire il borgo medievale, una breve visita guidata porta al Castello Marchesi del Carretto, alla Chiesa Parrocchiale rinascimentale di San Lorenzo, quella di Sant’ Agostino, oggi sconsacrata, ma custode di bellissimi affreschi del quattrocento e infine alla Chiesa di San Martino, tra misteri e atmosfere suggestive.

Proseguendo in direzione Camerana, tra colline con sponde di arenaria e tufo, si osservano le stratificazioni tipiche della terra dell’Alta Langa, alcuni muretti a secco, ciabot in pietra e piccole costruzioni rurali.

Rientrati sulla Pedaggera, il territorio diventa pianeggiante, con coltivazioni di foraggio, in particolare di trifoglio. Tenendo ancora per Montezemolo, si raggiunge la Cima Coppi, dove si possono ammirare i resti del Castello del Monte, con vista impagabile sulle Alpi Liguri e Marittime.

Viola Borgata Pallarea Seccatoio ristrtturato

Rientrando in direzione Saliceto, l’itinerario in Val Cevetta volge al termine, lasciando negli occhi e nel cuore un po’ di genuina meraviglia.

Per tutte le informazioni di servizio e i luoghi di pernottamento sono disponibili le mappe interattive sul portale www.terreautentiche.it.

ARTICOLI  CORRELATI

Piemonte, Langhe d’autunno

Basso Piemonte, paradiso per le famiglie

Alba (Cn), il ritorno del principe bianco

Astigiano, nasce la Via delle Api e del Miele

Monferrato, tra le colline dei sapori

Dall’Italia alla Svizzera sul trenino bianco e blu

Gran Paradiso, torna A Piedi tra le Nuvole

Gran Paradiso, safari tra i monti

Parco Gran Paradiso, alla scoperta dei mestieri antichi

Gran Paradiso, alla festa del foliage

Torino, un caffè storico tira l’altro

Torino, residenze reali attraverso i 5 sensi

A Torino, soggiorni di gusto

POST SUCCESSIVO Trentino, autunno in Val Vanoi
POST PRECEDENTE Firenze curiosa, cosa fare, cosa vedere